Baby Kit ma non per tutte/i
Giovedì 18 febbraio 2021. L’Agenzia della Famiglia presenta il BabyKit
Siccome nessuno sa che cosa faccia di utile l’Agenzia della Famiglia del Comune di Genova, abbiamo seguito la conferenza stampa on-line per la presentazione del BabyKit 2021 nella speranza di comprendere che vuoto occupa nell’ambito dei servizi ai cittadini e alle cittadine della nostra città.

Innanzitutto, che idea originale! Ora per riceverlo bisogna farne richiesta tramite mail. Prima invece era l’ospedale che lo dava alla puerpera, così ricordano le mamme che oggi hanno figlie/i adolescenti e maturi. Ben tre assessori (Lorenza Rosso, Assessora alla Famiglia; Barbara Grosso, Assessora alle Politiche culturali; Giorgio Viale, Assessore alle Pari opportunità) per non avere alcun dato sulla situazione delle famiglie, sui nuovi problemi sorti nell’ultimo anno di pandemia, sulla composizione e sui bisogni di chi ha scelto la genitorialità nelle diverse formazioni che sappiamo comporre la galassia delle famiglie. Non una parola sull’economia, sulle pressioni che hanno obbligato un numero impressionante di donne a rinunciare al lavoro (https://www.ilpost.it/…/occupazione-donne-pandemia-crisi/: il 1 febbraio 2021 l’ISTAT ha pubblicato i dati riferiti al dicembre 2020 su persone occupate, disoccupate e inattive. In numeri assoluti si parla di 101mila persone occupate in meno nell’ultimo mese del 2020 rispetto a novembre: di queste, 99mila sono donne. Per le donne è calato il tasso di occupazione ed è cresciuto quello di inattività. Non una parola o un dato sui servizi sociali, gli asili nido, i consultori e su quel welfare familiare che tiene in piedi le famiglie, fatto di lavoro gratuito o sottopagato, di economia dei nonni a sostegno delle generazioni più giovani. Non un accenno alle nuove famiglie legate al fenomeno della migrazione. Abbiamo sentito solo tanti ringraziamenti alle aziende che hanno contribuito a mettere qualcosa nel kit. E che altro offre l’Agenzia del Comune ai nuovi genitori? Spiegoni on-line, video tutorial che sono andati sommandosi sul suo sito in questo anno pandemico. Ma è di questo che c’era bisogno? Da quale ricerca è nata questa risposta? E quanti sono gli utenti? La solitudine delle neo mamme e dei neo papà non ha come risposta luoghi di incontro e confronto, spazi dove riconoscere fragilità comuni e anche strategie utili: cerca su Google, chiedi ad Alexa… c’è una risposta a tutto, ma non alla condivisione… non si sa mai, maniman qualcuno va a chiedere il rafforzamento dei consultori e degli asili!!
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