Il sessismo fa ridere?
Nuovo appuntamento della serie CLR: progetti nell’epoca del Covid-19
#iorestoacasa: siamo milioni da giorni a vivere auto-isolati e per tutti e tutte è diventato abituale condividere post e video divertenti sui molteplici modi creativi che ognuno/a si inventa per superare la paura e la noia di questa strana nuova quotidianità. Così rafforziamo la nostra convinzione e la fiducia in questa scelta collettiva di auto tutela che è anche tutela dell’altro. Ridiamo tutte/i per le stesse vignette e gag, alcune spassosissime come quella della ragazza che si veste e si trucca per andare a fare un giro in cucina, o del cane che mostra i denti perché è stufo di essere portato fuori a fare i bisogni, … ce ne sono a centinaia che girano virali tra whatsapp e instragram. A volte non ci si riesce a frenare e le condividiamo anche nelle chat di lavoro, o organizzative, perché abbiamo bisogno di un riscontro, una conferma della nostra comune umanità. Forse stiamo imparando, con una crisi che ha l’effetto di separarci e di mantenerci distanti, che abbiamo la responsabilità di prenderci cura degli altri e altre, che pure sono lontani, proprio perché ci sappiamo vulnerabili, in relazione con gli altri, in un rapporto di reciproca dipendenza.

#andratuttobene: questo hashtag è accompagnato dall’arcobaleno, a volte nei colori della pace, a volte in quelli rainbow – colori che ancora resistono, nonostante l’accresciuto uso del tricolore, promosso anche dal Presidente della Repubblica nel tentativo di dare un fondamento patriottico alla campagna di responsabilizzazione sociale.
Sembrano diminuiti gli hate speech, gli attacchi allo straniero, ora che abbiamo capito che gli untori possiamo essere noi. Ciò che fatica a scomparire è la misoginia! Già, purtroppo si ride anche quando nel video donne vengono ridicolizzate o aggredite. Tra tanti post simpatici che rallegrano tutti in questa quarantena, non mancano quelli sessisti, che sembrano far ridere anche quando ci sono donne picchiate o imbavagliate o legate più o meno ridenti. Come sempre anche altre donne partecipano di questa forma di umorismo, perché è meglio stare dalla parte dei forti, piuttosto che lamentarsi e diventare impopolari o le solite femministe rompiballe.
Forse abbiamo ottenuto dei risultati verso l’opinione pubblica, per quanto riguarda i diritti lgbti, in particolare per le unioni civili, perché l’uguaglianza del matrimonio riguarda l’amore, il romanticismo, l’impegno, la sistemazione, l’avvio di una famiglia. E la gente ama l’amore!
I diritti riproduttivi, al contrario, come sostiene Katha Pollitt, riguardano “il sesso, la libertà sessuale – l’opposto del matrimonio – in tutta la sua gloria disordinata e incostante”. Il movimento per i diritti delle donne si oppone all’immaginario del femminile fatto di madri caste e altruiste che dipendono dagli uomini, proponendo modelli di donne indipendenti, sessualmente libere e forse non così disposte al sacrificio. Per questo la resistenza è maggiore, il patriarcato si organizza e resiste. Per questo abbiamo bisogno di unità e parole comuni.

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